il prossimo passo dell’umanità, sarà il più grande”

Da questo tagline (uno di molti) si presenta l’attesissimo kolossal fantascientifico di Christopher Nolan, cioè “Interstellar”. Egli con questa sua nuova opera ha voglia di rischiare e di proporre originalità, di mostrare un qualcosa di innovativo, di essere ambizioso. Nonostante alcune incertezze ed evidenti difetti, “Interstellar” risulta un esperienza da vivere più di una volta, una di quelle cose che ti lascia senza fiato, che ti coinvolge e che ti prende dall’inizio alla fine, senza lasciarti mai. Nolan tenta il colpaccio riuscendo ad azzeccare uno dei suoi migliori lungometraggi, proponendo uno sci-fi degno di essere uno dei film più attesi e considerati dell’anno.

Il pianeta terra ha perso quasi ogni risorsa, l’uomo, come cita il film stesso, non ha esaurito aerei o televisori (la tecnologia in breve) bensì ha esaurito il cibo, si è tornati ad essere agricoltori e contadini ma anche la coltivazione è destinata a morire presto. Proprio per questo l’uomo è costretto ad affrontare lo spazio sconosciuto per tentare di trovare una nuova casa su cui vivere, per evitare l’estinzione.

Cooper , grande pilota ed ingegnere (vedovo con due figli, un maschio grande ed una femmina piccola) viene mandato insieme ad un equipaggio ad esplorare pianeti lontani che presentano una possibilità di ospitare la vita, ma il loro viaggio li porterà molto al di là, della loro personale esistenza (come citato nel film). La loro missione è appunto, trovare il pianeta che è adatto ad ospitare la vita, dove vi sia una buona probabilità di creare una nuova comunità. Cooper e l’equipaggio si ritrova ad affrontare non solo la pericolosità della missione stessa, ma a lottare anche contro altri fattori, come il tempo ad esempio, che si dilata in modo imponente a seconda del luogo in cui ci si trova o nella galassia che si sta percorrendo. In un determinato luogo un' ora equivale a sette lunghi anni nella terra. L’equipaggio spaziale deve quindi lottare non solo per garantire un futuro all’umanità, ma anche per essere certi di trovare ancora tracce di vita nel loro vecchio pianeta.

La scrittura di Nolan è entusiasmante. La narrazione è concentrata in molti avvenimenti che accadono in momenti differenti ma che sono raccontati insieme (il regista ama questo tipo di racconto). Le situazioni sono eccitanti ed entusiasmanti, d’altronde, da un mago della composizione visiva delle scene come Nolan non ci si poteva aspettare altro; da posti completamenti ghiacciati, a mondi coperti esclusivamente da acqua e da enormi onde anomale, le scene di Interstellar hanno un grande impatto visivo e risultano magiche.

Buchi neri, teoria della relatività, amore inteso come una forza che riesca a trascendere il tempo e lo spazio, gravità e molte altre teorie nel kolossal del regista di “Inception”. Inoltre sono innumerevoli le citazioni e le influenze che sono presenti all’interno dell'opera, di cui ora non vi sto ad accennare (penso già che le conosciate, ma nel caso: 2001 Odissea nello spazio, A.I, Contact, Incontri ravvicinati del terzo tipo ed altri ancora). In questo caso, senza mettere in discussione la bellezza della storia, intrigante ed intricata, il famoso regista trova un'eccessiva complessità in alcune circostanze ed inceppa in momenti di confusione abbastanza rilevanti. Una sceneggiatura certamente ottima ma non impenetrabile, che esagera nella soluzione di particolari frangenti apparendo troppo frettolosa o poco credibile. La scrittura di Nolan (immancabile con il fratello Jonathan) inoltre non sembra dare troppa importanza ad alcuni personaggi secondari (il figlio di Cooper per esempio) e non approfondisce in modo convincente il legame padre-figlia accennato sin dall’inizio, e mette troppo in risalto il rapporto tra Amelia e Cooper senza trovarne un vero e proprio bisogno. In alcuni momenti il tempo è gestito in modo mediocre e determinate situazioni che danno il via alla trama non sono affrontate nel modo più giusto.

Il divinò che non esiste è razionale, l’uomo “solitario” nel cinema di Nolan è destinato ad essere un viaggiatore unico nello spazio e i così detti “loro” sono sempre intesi nella speranza divina, che risulta inesistente. Il personaggio di Matt Damon è una sorpresa stupenda. Un personaggio che appare il perfetto contrario di come viene rappresentato.

La regia è affascinate e dinamica allo steso tempo, chiara e per niente fastidiosa. Nolan riesce a dirigere in modo “divino” delle battaglie nelle distese ghiacciate fino a voltare per lo spazio per mostrare l’attracco di una nave risultando sempre roseo e pulito.

Nolan tira fuori dalle maniche (grazie anche alle sovrannaturali musiche di Hans Zimmer) un film imponente e colossale, da vedere e da rivedere, da vivere più volte, ma che non nasconde alcuni difetti oggettivi di sceneggiatura e di narrazione, che nonostante tutto merita di essere apprezzato e capito nella sua ricerca dell’evoluzione. Un discorso sulla voglia di conoscenza dell’uomo che vuole comprendere l’ignoto che lo circonda e che non si stufa nel farlo, che affronta ogni tipo di avversità pur di capire la vera natura delle cose. Nessuno recentemente è mai stato così audace come Nolan in questo film. La sua voglia di osare è sorprendente e il cercare di cambiare alcune regole del cinema fantascientifico non può che essere apprezzato. Egli riesce ad estrapolare efficacemente e con maestria sentimenti accesi quali: desiderio, stupore, incredulità.

Le prove degli attori sono incredibilmente estasianti. Mattew McConaughey e Anne Hathaway per primi, che mostrano incredibile sensibilità ed un accesa passione per i loro ruoli, che li trasformano nella nostra passione per quelle lunghe ma elettrizzanti, inebrianti e appassionanti tre ore di film, che cercano di andare oltre la semplice storia spaziale e che diviene un qualcosa di estasiante, in grado di capovolgere alcune consuetudini del cinema americano per portarlo ad un livello successivo,emozionante e stuzzicante. Seppur ancora presenti incertezze a livello di scrittura e di gestione delle situazioni, "Interstellar" è incantevole visivamente e Registicamente e sa dare vita ad una trama piccante amministrata in modo brillante.

L'esperienza proposta da Nolan è innovativa, audace e sorprendente, un Kolossal da vivere e da rivivere

L'esperienza proposta da Nolan è innovativa, audace e sorprendente, un Kolossal da vivere e da rivivere

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