Il ragazzo della porta accanto - Passione che diventa ossessione

Arrivato nelle nostre sale con molto anonimato, “Il ragazzo della porta accanto” sfrutta per la propria narrazione la sexy Jennifer Lopez nei panni di un’elegante professoressa di italiano che deve far risorgere la propria vita dopo il divorzio con il marito e la gestione del figlio Kevin ormai da tempo. Tutto cambia però quando la madre single si imbatte casualmente in questo giovane ragazzo di 19 anni, nipote dello storico vicino di casa. Tra i due c’è subito intesa, e vista l’amicizia con Kevin i due si incrociano spesso. Ma dopo un’inaspettata notte di passione, il giovane ragazzo (Ryan Guzman) si intromette in modo ossessivo nella vita della Lopez, mostrandosi come pericoloso Stalker e tormentando la vita della famiglia.

La passione che diventa ossessione. L’amore che diventa perversione. così possiamo riassumere in davvero poche parole ciò che “Il ragazzo della porta accanto” affronta durante la narrazione. Tema visto e rivisto, eppure non c’è mai limite all’immaginazione e saper tirare fuori dal cilindro qualcosa che possa anche solo essere paragonato all’innovazione non sarebbe poi così male. Non temete, Barbara Curry (La sceneggiatrice) non si preoccupa minimamente di dare vita ad una storia interessante che non soffra di comuni cliché individuabili minuti prima dell’arrivo delle situazioni. I dialoghi propositi in questa imitazione di thriller fanno rabbrividire, con circostanze surreali e fin tropo scontate, con il giovane pervertito che ogni due secondi tenta di attrarre la professoressa in cucina con l’ex marito e il figlio seduti proprio sul divano del salotto. Solamente una scena d’amore, piuttosto spinta e ben girata può essere accettata in questa moltitudine di banalità e superficialità.

Rob Cohen, regista del pessimo “Alex Cross - Memoria del killer” non cambia marcia alla sua carriera e accettando di dirigere l’ennesimo thriller psicologico da forma ad una regia stanca e stabile, adatta solo a qualche inutile Jump Scear e nient’altro. Nemmeno le interpretazione possono salvarsi, con un Ryan Guzman insolitamente cupo ed una Jennifer Lopez che… sorvoliamo. Kevin, il figlio della Lopez, si presenta com uno dei personaggi più irritanti dell’anno: incapace di provare sentimenti autonomi e sempre condizionato dall’altro psicopatico, poco intelligente, ingenuo e suscettibile.

“Il ragazzo della porta accanto” tenta di dare vita alle atmosfere che i migliori Thriller hanno saputo orchestrare con successo fallendo miseramente e propone un’esperienza cinematografica trascurata e per niente intrigante, che affida le redini della pellicola ad una sceneggiatrice in grado soltanto di essere prevedibile e poco organizzata nella struttura della narrazione ed un regista che aveva già dimostrato di non essere adatto a questo tipo di film. Un vero e proprio salto nel vuoto, con personaggi stereotipati e poco valorizzati nella recitazione. Per un thriller intrigante, cambiare strada.

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