Vizio di Forma - La paranoia di Paul Thomas Anderson

Paul Thomas Anderson non è di certo un regista sano, e credetemi, lo dico in senso positivo. Un regista, sceneggiatore, insomma, di artisti come lui se ne vedono pochi. I suoi lavori colpiscono il pubblicano e lo ipnotizzano. “The Master”, “Il petroliere” e “Magnolia” ne sono il prefetto esempio. Un autore surreale, per la sua capacità di viaggiare con la mente per escogitare trame insolite e fantasiose sempre unite ad un comparto narrativo intoccabile ed inattaccabile. Ha una grande simpatia per Joaquin Phoenix, e credo che si sia capito. Un po’ per la sua grande abilità d’attore e un po’ per il suo fascino peculiare. “Vizio di Forma” è il secondo film che vede la loro collaborazione ed è senza dubbio l’opera più paranoica e alienante della sua filmografia. Doc Sportello è un fattone, un hippy ed anche un detective. Tra una sigaretta e l’altra scirve appunti sulle sue indagini e prova a capirne qualcosa. In un giorno di “ordinaria follia” Doc riceve un’inattesa visita dalla sua vecchia passione Shasta che gli chiede un aiuto. Il suo nuovo amore, il grande Mickey Wolfmann, sta per essere incastrato in una spirale di tradimenti e inganni. Doc accetta di aiutarla, l’avventura che lo aspetta lo porterà a vivere bizzarri episodi e situazioni e a conoscere particolari personaggi. Trattato in maniera stravagante, “Vizio di Forma” è una brillante parabola sulle strambe vicende vissute dal protagonista, che gli faranno affrontare degli eccentrici eventi che giungeranno il culmine in una fossa apparentemente piena ma che risulterà priva di qualsiasi ragionamento. La bravura di Anderson sta proprio nel creare un cammino talmente contorto da far credere che alla fine di tale percorso ci sia una scoperta sensazionale od una soluzione impensabile, mentre la reale verità delle cose è molto lontana dal poter essere compresa. Come disse Protagora “L’assoluta verità delle cose non può essere compresa dall’intelletto umano”, si tratta unicamete di una questione di gusto. Gusto, quello di Paul per la regia, per la scrittura e per il cinema, il suo cinema, che sicuramente merita di essere compreso dal nostro intelletto.

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