Blackhat - Black... solo black

Un grande attacco in rete da parte di un hacker mette in allerta i servizi speciali cinesi e americani, che con l’aiuto di Nicholas Hataway si impegneranno per scovare il cyber-criminale e recuperare la tranquillità.

Noioso. Superfluo. Si parte già male. Chris Hemsworth dopo aver realizzato la sua interpretazione più brillante ed elettrizzante della sua carriere con la direzione di Ron Howard in “Rush” si spegne completamente. Non è bastato Thor 2 a riportare nei bassifondi Chris, adesso ci si aggiunge anche Blakhat, seccante pellicola action e thriller che anziché provocare tensione nel pubblico gli ammorbidisce le palpebre, in un costante crescendo di stanchezza. Solita fantasiosa sceneggiatura americana, il solito hacker, il solito galeotto e la solita minestra. In questo piatto non c’è un sapore genuino, un sapore inaspettato, l’amarezza di una porzione sbilanciata è l’inevitabile conseguenza di una struttura superficiale e non elaborata, che sfrutta unicamente un attore conosciuto maggiormente per la sua bellezza e che viene impietosita ancor di più da una regia estremamente debole e fragile. Ed è dolorante scoprire successivamente che proprio Michael Mann è l’autore di questa portata insapore.

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