Magic in the moonlight - Magia di Woody al chiaro di luna

Il mondo è fatto di magia o di razionalità? Oppure questi due elementi si uniscono?.

Stanley Crawford (Colin Firth), famoso illusionista e smascheratore di falsi medium, si concede una visita convinto dal suo amico Howard nel Sud della Francia per tentare di smascherare una certa Sophie Baker (Emma Stone), che, da quel che sembra, possiede autentici poteri psichici.

Il pensiero razionale di Stanley crede che tutto ciò che vediamo con i nostri occhi è tutto ciò che il mondo ha da offrirci, mentre dall’altra parte vi è Sophie, che al contrario è fermamente convinta (visto anche il suo dono) che la magia possa intervenire sulla realtà, per renderla più speciale. Da una parte abbiamo la drammaticità di una vita spenta, che non propone momenti autentici di gioia, e, tanto meno, verità ultraterrene, dall’altra abbiamo una convinzione irremovibile che l’esistenza dell’essere umano possa essere arricchita con esperienze che vanno oltre la candidezza della vita terrestre. Eppure, l’unione di queste due incredibili verità possono dare vita ad un risultato a dir poco sconvolgente. Nonostante verso la fine del film Allen torni fermamente sui propri passi, l’accostamento di questi due espedienti fa sì che la mente dei due opposti si completino.

La regia calda di Allen stupisce ogni volta; i suoi colori soffici e morbidi, perfettamente idonei alla scenografia lasciano respirare un’aria sempre nuova, e la scrittura a dir poco intrigante rende il tutto più elettrizzante. La magnifica svolta al calar della notte (la fine della pellicola) rende in modo sublime il messaggio di base.

Magic in the moonlight è l’ennesima perla di Woody Allen, che gioca con il mondo come se fosse una palla di spago con un gatto. E già il fatto che diriga un Colin Firth incredibilmente inaspettato e una Emma Stone sempre è più convincente è già un solido motivo per apprezzare, se non adorare, questo film, che, se vogliamo essere precisi, è una vera e propria magia al chiaro di luna.