12 anni della vita di un ragazzo. Ecco che le premesse dell’ultima pellicola di Richard Linklater, che ha dato vita alla sua opera più completa e universale. Per restare coerenti naturalmente, anche il film stesso è stato girato in 12 lunghissimi anni e sempre con lo stesso cast. Ogni anno, in un periodo programmato, la troup scelta si radunava per girare parte della pellicola che ha visto la sua uscita in estate in America e a fine Ottobre in Italia. Adesso però, gettiamoci a capofitto nella trama dell’ultima fatica del grande regista Linklater e vediamo perché “Boyhood” è un film estasiante, quasi inimmaginabile.

Mason è un giovane ragazzino di otto anni che vive con sua madre e sua sorella poco più grande. I genitori si sono separati e la madre non riesce a trovare un nuovo compagno che riesca a dare stabilità alla sua famiglia. Mason e la sorella resteranno comunque in rapporto con il padre con cui manterranno una forte intesa. Il film quindi racconta la vita di questo bambino con la sua famiglia fino al diploma e all’arrivo del college.

Una pellicola particolare, la sceneggiatura è fatata, una composizione che riesce a narrare tutti gli eventi del film in modo divino e tramite la sua naturalezza non ha problemi nel fornire uno spessore dei personaggi che per certi versi non ha eguali. Vedere crescere il piccolo Mason diventerà nel corso della narrazione il nostro unico interesse e gli innumerevoli fattori che influenzeranno la sua vita ci staranno enormemente a cuore. Tutti i dispiaceri, le gioie, le situazioni più inusuali saranno un elemento di coesione tra i personaggi e lo spettatore. La tenerezza dello svolgimento ha un sapore genuino, le interpretazioni degli attori hanno spessore e coinvolgono direttamente il pubblico, che resta fermo, immobile ad osservare la fluidità magistrale dell’opera. Penso sia inutile soffermarsi su altro: regia, fotografia, scenografia, oltre ad essere quasi perfetti sono solamente una piccola aggiunta alla profonda esperienza che “Boyhood” propone. D’altronde, con una storia così incredibilmente sensibile, che parla dell’animo umano e ne trapela ogni piccolo sentimento ed ogni emozione non serve possedere una fotografia splendida od una regia magica. L’incantevole storia di Mason è completa, soffice, morbida e allo stesso tempo divertente, ammaliante, avvincente e non serve altro per fare avere ad un film una maturità ed una saggezza senza alcun competente. “Boyhood” è una pellicola quasi ultraterrena, che spinge la riflessione dell’animo umano, verso altri orizzonti.

Voto: 9.5

L' incredibile crescita di Mason, che rapirà ogni spettatore

L' incredibile crescita di Mason, che rapirà ogni spettatore

Torna alla home