Un grande ritorno alla regia per Steven Spielberg che torna nelle sale di tutto il mondo con un’altra opera incentrata sulle pagine più buie ma allo stesso tempo interessanti della storia umana. Dopo aver abbracciato storie come quelle di Lincoln, Schindler’s List , Salvate il soldato Ryan e l’attacco terroristico in Munich, Spielberg torna ancora una volta indietro nel tempo, e si ferma nel bel mezzo della Guerra Fredda, narrando la storia di James B. Donovan, avvocato incaricato di difendere una presunta spia sovietica. Compito molto delicato, considerato il disprezzo che può portare agli occhi del popolo.

Il Ponte delle spie, questo il titolo dell’ultima opera del grande regista, pone le fondamenta su una costruzione attenta ed elaborata del periodo in cui la storia viene narrata. Durante lo scorrere degli eventi, le varie tappe che il protagonista dovrà compiere per porre fine al suo incarico sono ricostruite in maniera efficace e funzionale, come un impressionante Berlino Est che sta vedendo terminare il proprio muro che lo avrebbe diviso da Berlino Ovest, con tutti i rispettivi dettagli puliti in bella vista. La neve, le bande stradali, il freddo e la frustrazione e la disperazione del popolo viene assaporata dallo spettatore, che riesce perfettamente ad immedesimarsi nel nostro protagonista che giova della sublime interpretazione di un infallibile Tom Hanks, che cattura il pubblico con momenti toccanti e sensibili.

James B. Donovan aveva un motto, o meglio una credenza: “Ogni uomo è importante” e per questo uno dei personaggi all’interno del film lo definisce spesso “Un uomo tutto d’un pezzo”. Una di quelle persone in grado di cambiare le cose in maniera positiva, e che pur di riuscirci, sono disposti a mettere in pericolo se stessi. Seppur possa sembrare che il film prendi una certa via, Spielberg fa ben capire alcuni concetti chiave, che possono risultare agli occhi dello spettatore de veri e propri insegnamenti di vita, delle frasi, dei momenti, che possono essere persino educativi, e che reendono ancor più speciale l’incredibile storia vera che ha ispirato l’intera opera. Steven non si prede di certo in chiacchiere, (i personaggi si però) e alimenta la sceneggiatura con scene ricche di sentimentalismo, che non stona di certo con l’atmosfera del film. Atmosfera che risulta estremamente azzeccata, tanto che apparirà di vivere durante il “gelo” della Guerra Fredda, ed immedesimarsi in ognuno dei personaggi diverrà cosa facile.

Definire “Il ponte delle Spie” potrebbe essere più facile di quel che si pensi. Un’opera emozionante, che seppur si dilunghi in certi tratti fa scorrere in modo fluido la trama, che riesce grazie anche alla perfetta direzione di Spielberg, a portarci dentro la vita di Donovan, un uomo che ha cambiato la storia, e questo si focalizza propria sulla sua figura, sensibile ma molto imponente, che con la forza di volontà a scritto il futuro. Spielberg non delude le aspettative e ripercorre essenziali tappe storiche in maniera eccellente.

Voto: 8

Il Ponte delle Spie - Steven Spielberg e l'emozionante storia di James B. Donovan
Torna alla home