Wayward Pines, apparentemente una tranquilla cittadina in cui ogni cosa è perfetta e gli abitanti del posto si limitano a svolgere il loro dovere e a godersi una felice vita, proprio lì, a Wayward Pines. Ma nel boschetto che circonda il luogo, un uomo, forse non troppo giovane, si risveglia con gli occhi rosso sangue e ferite nel volto, sapendo loo scopo del suo arrivo, ma non sapendo il mistero di quella finta vera cittadina. Con gli abitanti evidentemente spaventati e altri che al solo vedere il suo camice nero con cravatta si disgusta. Ethan Bure, agente dei servizi segreti stordito e disorientato, deve trovare due suoi colleghi scomparsi, ma ciò che cela Wayward Pines va oltre ogni logica comprensione.

La serie ideata dal regista del “Il sesto senso” racchiude nelle sue principali caratteristiche (positive) la presenza di grande mistero, che incuriosisce in un modo o nell’altro lo spettatore che viene portato a guardare fino all’ultima puntata le avventure di Ethan. Wayward Pines è stato molto discusso, positivamente ma anche molto negativamente. Ed è giusto, poiché “Wayward Pines” ha molti pregi, ma soffre ahimè di alcune evidenti pecche che non sono di certo scontate. Il principale risulta essere il vero e proprio mistero che si cela dietro la cittadina di Wayward, che non solo poteva essere utilizzata in miglior modo, ma che sgonfia tutto l’entusiasmo che la serie otteneva tramite la segretezza una volta svelato, nella quinta fatidica puntata. Dopo quel momento un preludio di forzature e cliché prevedibili hanno reso ilo finale di (unica) stagione una scottate delusione per il pubblico.

Sicuramente un grande pregio della seria sono i (molti) personaggi che appaiono (e scompaiono) all’interno della sceneggiatura. I grandi attori coinvolti nel progetto (Melissa Leo e Matt Dillon prima di tutti) sanno offrire ottime prestazioni ai loro personaggi curiosi e ottimamente sfruttati. Grande cura nelle scenografie, Wayward è una bellezza naturale grazie ai suoi splendidi boschi e incredibilmente moderna grazie alle strutture che possiede. Ottimo orecchio per la colonna sonora, ben scelta e di grande impatto. A concludere una seconda parte di stagione decisamente più insapore una elegante conclusione ad effetto che sa soddisfare con una dose di amarezza e disillusione che lasciano di stucco.

Nel complesso un’esperienza da non lasciarsi scappare, anche perché nella prima metà di stagione si vivrà interamente la sofferenza e frustrazione che il protagonista proverà mentre cercherà di svelare la terribile, inaccettabile verità che si cela dietro la “pacifica” cittadina di Wayward Pines.

Benvenuto a Wayward Pines
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